Enogastronomia in Friuli Venezia Giulia
La cucina friulana ha tre tipi di usanze distinte tra loro: quella friulana, quella slava e quella austriaca. I caratteristici piatti locali sono ricchi delle proprie tradizioni nel rispetto di antiche culture. Importanti sono i salumi, come il raffinato prosciutto di San Daniele, il classico “muset”, cotechino di maiale, servito con la “brovada”, ovvero rape fermentate nelle vinacce. Non è da escludere in questa cucina, rinomata a livello iternazionale, la vasta gamma di formaggi, dove spicca per la sua qualità tutelata il Montasio, che si può trovare anche stagionato. Tra i dolci tipica è la Gubana. Primi piatti consigliati, i “cjarsons”, tipici della Carnia, simili a ravioli, il cui ripieno a base di uova, carne e formaggio, abbonda di erbe aromatiche, basilico, menta, maggiorana, mentuccia, salvia. Gli gnocchi di prugne, piatto di tradizione asburgica, tipico per la zona triestina; gli gnocchi contengono una prugna secca ciascuno e vengono prima bolliti, poi passati in padella e insaporiti con burro fuso ed erbe aromatiche. Piatto tipico friulano è il Frico, a base di patate e formaggio, preparato con ingredienti diversi a seconda della zona.
Il Friuli Venezia Giulia è produttore di una vasta gamma di vini con centinaia di qualità organolettiche diverse. I bianchi in particolare sono concorrenziali ai bianchi californiani tra i migliori al mondo, merito della tipicità del terreno specialmente nella zona del confine sloveno. La Grave del Friuli, dove spiccano i vini rossi, l’Aquileia, l’Isonzo, dal tipico Tocai, il Collio, i Colli Orientali del Friuli, il Carso triestino, dove spicca in particolare il Terrano, sono le zone della produzione D.o.c. del Friuli Venezia Giulia.
Rari e pregiati vini friulani:
Picolit, vino nobile, pregiato, giallo dorato, aroma intenso, quasi di fiori di mandorla, pesca gialla matura, acacia, albicocca e castagno, profumo che ricorda il miele di acacia; molto limitata è la sua produzione, quasi da considerarsi un miracolo della natura, in quanto la pianta nella fase floreale subisce un vero aborto spontaneo legato al clima e alla zona, infatti molti fiori non si trasformano in frutti; l’uva è a maturazione tardiva, quindi è anche molto ricca di componenti aromatici e di zuccheri; questo tipo di vino, considerato una rarità necessita di seri e affidabili produttori che lo vendano per la sua naturale composizione senza combinazioni con altri uvaggi.
Terrano, vino prodotto principalmente sul Carso, dall’alto contenuto di ferro, la cui caratteristica è quella della non combinazione con additivi per la sua conservazione; dal colore rosso intenso, necessita di un lungo periodo di travasi (6-7 mesi) prima di essere pronto.
Verduzzo di Ramandolo, prodotto nella zona tra Nimis e Tarcento, in provincia di Udine, con uve appassite sulla pianta o in ambienti adeguati; di limitata produzione, già dalla fine dell’800; le uve vengono raccolte alla fine di ottobre per ottenere maggior contenuto zuccherino; dal colore giallo dorato, più o meno intenso, sapore dolce, vellutato, più o meno tannico, con eventuale sentore di legno; si abbina volentieri al prosciutto di San Daniele, alla tipica Gubana, allo strudel e alla frutta secca.
Il prosciutto crudo di San Daniele e Sauris
Il formaggio Montasio
È prodotto in Friuli dal 1200 con la stessa semplice ricetta. Fu osservando i metodi utilizzati nei pascoli di montagna che, nel XIII secolo, i monaci dell’Abbazia di Moggio Udinese affinarono le tecniche di produzione del formaggio che avrebbe preso il nome dell’altipiano su cui sorgeva l’Abbazia: l’altipiano del Montasio. Fu allora che si posero le basi di una tradizione che oggi consente al Friuli-Venezia Giulia e al Veneto Orientale – sono queste, infatti, le due zone elettive di produzione – di proporre ai buongustai di tutto il mondo uno dei formaggi più tipici del vasto panorama della produzione italiana. Il Montasio è un formaggio D.O.P. tutelato ufficialmente fin dal 1955, oggi anche dal punto di vista delle normative europee. Il Montasio si può gustare fresco (dopo un periodo che va dai sessanta ai centoventi giorni di stagionatura), semistagionato (da cinque a dieci mesi di stagionatura) o vecchio (oltre dodici mesi di stagionatura). Il sapore, quando il formaggio invecchia, si trasforma. Così, a seconda dei gusti personali, si può scegliere il grado di maturazione preferito.
il Frico
Ingredienti (per 4 persone) :
1 cipolla media
400 g di Montasio (stagionato 3 mesi)
150 g di patate piccole
pepe, sale
Preparazione:
Mettete a rosolare in una padella la cipolla, tagliata a fettine sottili. Sbucciate le patate, tagliatele a fettine (o grattugiatele grossolanamente) e aggiungetele in padella con gli altri ingredienti, insieme al pepe, al sale; coprite con un coperchio e fate cuocere a fuoco moderato per almeno 30 minuti. Aggiungete poi il formaggio tagliato a fettine, ed amalgamate il tutto. A questo punto mettete il composto ottenuto in una padella antiaderente e fate rosolare bene il frico da tutte e due le parti, fino a che si sarà formata una bella crosticina dorata.
Servite il frico su di un piatto da portata.
…dopo una giornata all’aria aperta.