BRUNO PIZZUL

“Il tifo sportivo è passione, compartecipazione, aggregazione di stampo quasi fideistico. Impossibile costringerlo entro schemi normativi troppo rigorosi, sarebbe come voler imbrigliare l’emozione, l’estro, la fantasia, la pulsione identitaria”

Per quanto ci possano essere care le istanze del fair play e del rispetto degli avversari, è irrealistico pensare uno stadio come luogo di aggregazione caratterizzato dalle buone maniere e dalla reciproca comprensione. Ma proprio per queste connotazioni diventa necessario porre dei paletti, dei limiti di carattere generale entro i quali deve restare il tifo, per caldo ed entusiasta che possa essere. È primaria e comune esigenza che la passionalità non degeneri in comportamenti inaccettabili, di pericolosità sociale, se non addirittura di vera e propria violenza. A limitare, e impedire certe manifestazioni deteriori è stato dunque necessario articolare un sistema di norme che i tifosi devono osservare per non incappare in sanzioni di carattere personale o penalizzanti per la società e la squadra del cuore. La recrudescenza di episodi violenti o comunque capaci di turbare la civile convivenza ha provocato negli ultimi anni un inasprimento delle regole, la cui inosservanza può avere anche conseguenze penali per i trasgressori. Parallelamente sono cresciute anche le misure di sicurezza predisposte negli stadi e le possibilità di individuare e punire i facinorosi con l’ampliamento dei termini della flagranza, tanto per dirne una. Con simili premesse, sia pure solo accennate, si comprende l’utilità di uno strumento di facile e immediata consultazione attraverso il quale i tifosi abbiano un quadro preciso dei comportamenti illeciti che possono provocare danno a se stessi e alla propria squadra.

A questa esigenza risponde “sicurezza e prevenzione per il tifoso”.
Il tifo viene incoraggiato, ma sono indicati i limiti invalicabili in cui la propria passione può essere manifestata. Ironia, sana contrapposizione, cordialità d’espressione passionale non vengono banditi, ci saranno sempre in uno stadio, ma occorre restare entro confini accettabili. Sarebbe bello che nascesse una coscienza comune dei comportamenti adeguati, per ora accontentiamoci di aver ben presenti e di indicare i limiti costituiti dalle regole esistenti e che non vanno infrante. A nessuno è consentito scusarsi adducendo l’ignoranza di leggi e regolamenti, saper fin dove il tifo personale e di gruppo può arrivare, costituisce bagaglio di conoscenza”*
*BRUNO PIZZUL: Nato a Udine l’8 marzo 1938, giornalista ed ex calciatore professionista. È stato telecronista per la RAI degli incontri della Nazionale Italiana di calcio dal 1986 al 2002.